
12 Feb Figlia, ti voglio femminista
Mi spiace ma devo dirti che ti voglio femminista. In un mondo pieno di pillole di maschilismo ci vogliono delle guerriere. E tu puoi fare la differenza.
Io ti voglio femminista
“Ciao amore mio. Oggi andrò diretta al punto.
Ti voglio femminista. Ma proprio tanto tanto.
E con questo non pretendo trasmetterti un mio “capriccio da mamma” non voglio che tu pensi “se non sono così mamma non sarà fiera di me”.
Ti voglio femminista perché desidero che tu rispetti te stessa, e non solo, perché il femminismo è nato per raggiungere la parità dei sessi e questo include i maschi. Non pretenderei mai che saltassimo da una parte all’altra della bilancia del sessismo.
La parità di sessi dovrebbe essere la normalità, eppure non lo è.
Per questo vorrei tanto crescerti femminista.
Solo rispettando te stessa, e tutte le persone a prescindere del loro sesso, potremmo vincere questa lotta.
Scusa, ma ti voglio tanto bene
Ti voglio femminista amore mio,
Perché così potrai scoprire cosa ti fa stare bene e inseguirla senza divieti o pregiudizi. E so che è dura. Chiederti di rispettarti e scoprirti è una richiesta davvero grossa, perché bisogna convivere in una società invisibilmente maschilista.
Siamo sincere, in modo quasi impercettibile, il sessismo è sempre presente nelle nostre giornate, nelle piccole cose. In quei commenti “innocenti” dei passanti, della mamma del tuo amico, dei parenti… Nei giochi da cui verrai esclusa “per essere una femmina“, da quello che ti verrà chiesto di fare per il fatto di essere nata donna.
Ma io ti voglio tanto bene patatina.
E la vita mi ha già lasciato abbastanza chiaro che per trovare la serenità (piuttosto che la così sopravvalutata felicità) bisogna dare ascolto ai nostri bisogni. Imparare a convivere, ma senza chiudere in un cassetto la nostra essenza. Perché quando permettiamo al mondo di schiacciare quello che siamo, è lì che ci perdiamo in un buco nero.
E purtroppo, che ci piaccia o no, per raggiungere questo scopo dobbiamo essere un po’ femministe, un po’ ribelli.
Con tanto amore, ma con tanta fermezza.
“Ok mamma, ma come si fa?”
Prima di tutto, come dice spesso papi “calma”. So che a volte ci assale il bisogno imperioso di raggiungere il nostro obiettivo, purtroppo in questo caso si parla di qualcosa che bisogna costruire con il tempo.
Da una parte devi ascoltarti. E questo vuol dire lasciare le orecchie chiuse a amici, insegnanti, famosi, parenti e a me. Regalati un momento in cui lasci proprio tutte le influenze all’esterno.
E poi bisogna sbirciare fuori e capire dove si nasconde questo maschilismo. Non si può combattere il nemico alla cieca.
Ribellati quando serva senza sentirti in colpa
Se quello che chiedi è il tuo rispetto, non devi vergognarti. La ribellione perde il senso quando si fa senza un pensiero dietro.
Ma se quello che vuoi è indossare le ciabatte di Spiderman, fallo. Se non ti piace la corona ma preferisci il cappello pirata, usalo. Se vuoi giocare tra dinosauri e macchinine, guardare il calcio… fallo e basta. Fai quello che ti senti sempre che rispetti te stessa e gli altri. Non farti schiacciare da nessuno. Ancora meno per il fatto di essere donna.
A casa sai che hai tutto il nostro supporto. Qua non abbiamo pregiudizi, fuori ne puoi trovare un mare. Ricorda però, che se ti permetti di essere te stessa, gli altri impareranno a capirti e ad accertati per quella che sei.
Per sentirti completamente realizzata devi diventare mamma?
Per me è stato così. Ma non per quello rimpiango tutto il mio lavoro nel campo dell’educazione. Diciamo che mi è andata molto bene. Ho unito la mia passione alla mia vita personale. Cos’altro potrei chiedere?
Ma tante donne non si sentono realizzate nel mondo della maternità. A volte hanno bisogno di altro e a volte semplicemente non sono tagliate per fare le mamme. A loro pesa, non se la godono (cosa che non esclude amare i figli alla follia, sono cose diverse).
Esplora, pensa, senti… trova la tua strada.
Ovviamente non smetterò di ripeterti quanto sia bella per me la maternità, quante gioie nascoste e inimmaginabili rinchiuda (dal mio punto di vista), però tu non sei me.
Giochi, colori e pettinature da femmina?
Nel s. XXI abbiamo ancora questi stereotipi che non riescono a sparire. Siamo ancora sul “rosa per le femmine” “blu per i maschi”. Scegli quello che vuoi, orecchie chiuse al resto.
E i giochi? Hai 3 anni e per ora mi hai lasciato abbastanza chiaro che non ti piace giocare con le bambole. Niente passeggino. Preferisci il camion dei pompieri gigante, i lego, i puzzle, le macchinine, la cassa. La tua cucinetta è diventata un ascensore per i Paw Patrol. Di dinosauri e treni non se ne parla, non ti attirano. I trucchi sí, ma niente pettinarsi le mattine, ne codini, ne tanto meno fasce o altro.
E finché va bene a te, va bene a noi.
Libri per bambine ribelli
Quante volte leggerai la frase “la mamma stira, il papá lava la macchina”. Troverai disegni con un papà meccanico e una mamma che fa i mestieri. Storie dove il bambino è un pirata, ma la bambina è una principessa da salvare.
Mi consola il fatto che ho vissuto in un’epoca ancora più maschilista della tua ma col tempo ho buttato tanti preconcetti in pattumiera. Purtroppo, tanti altri miei coetanei sono rimasti lì, tra il rosa e il blu. Che va bene se piace, il problema è quando non entriamo in quella classifica.
Spero di leggerti tanti libri femministi, o al meno non sessisti. Spero tanto di darti l’esempio giusto.
Non facciamo la drama queen
Sicuramente te lo avrò ripetuto mille volte quando leggerai questo articolo… ma la vita NON fa schifo!
È facile deprimersi quando ci buttiamo negli aspetti negativi di un argomento: il maschilismo, l’inquinamento, i tossici… Così facile che ci dimentichiamo tutte le cose belle di questo pianeta. Non ho deciso di portare al mondo delle vite se non pensassi che vale la pena viverla.
Ci sono tante cose meravigliose. Basta essere consapevoli di quelle che si possono migliorare e lottare con consapevolezza, le idee chiare su quello che vogliamo e quello che non consentiamo, ma senza vedere il tutto nero.
Come dicono ora “L’analisi porta alla paralisi”. Quindi a questo punto “Bisogna occuparsi, piuttosto che preoccuparsi”.
Basta puntare verso colpevoli, rimanere incastrati nel problema, per cambiare bisogna fare qualcosa di diverso, quindi cerchiamo soluzioni e mettiamole alla prova.
Amore mio, io ti voglio femminista perché ti voglio felice e serena. E sai che la mamma sarà qua per accompagnare tutte le tue scelte.”
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